Le Lacrime di Nietzche (edito Neri Pozza 2006) è forse uno dei romanzi che più riporta la Psicologia nell’alveo della Filosofia, sullo sfondo di una scienza medica tanto rigorosa quanto umana.
L’autore, Irvin D. Yalom, riesce a farci innamorare di un genio poco compreso come Friedrich Nietzsche: per far ciò applica un cambio di prospettiva inedito, lo osserva attraverso gli occhi del dottor Joseph Breuer, emerito medico e scienziato austriaco che insieme a Freud partorì la Psicanalisi a fine ‘800. Non fu quindi Jung, come lascia intendere A Dangerous Method (bel frammento di cinema), a sperimentare per primo le teorie freudiane con una sua paziente, di cui si invaghì, bensì questo semi sconosciuto medico borghese, figlio di una Vienna perdutamente prolifica.
Nella fiction l’autore immagina (così bene che per anni fu ritenuto un fatto storico) che il dottor Breuer prenda in cura l’illustre filosofo affetto da emicranie intrattabili, necessario effetto collaterale di un parto “mentale”, quello della sua nuova filosofia.
In un intreccio affascinante Breuer diventerà quasi amico di Nietzsche (come Phlippe / François Cluzet di Driss / Omar Sy) e lo aiuterà utilizzando una delle tecniche che hanno reso famoso Milton Erickson, il grande psichiatra ipnoterapeuta: non vi anticipo nulla perché vi svelerei l’assassino dell’Orient Express, ma basti dire che il modo in cui il medico si mette su un piano paritetico con il paziente è geniale e richiede competenze emotive fuori dal comune.
Io ringrazio dal profondo Yalom (e mio fratello che me lo ha consigliato) per avermi riavvicinato all’uomo prima che al filosofo e per avermi fatto conoscere un personaggio storico come Breuer: egli incarna il prototipo dell'ALLEATO che tutti noi vorremmo avere a fianco, quella guida autorevole che si relaziona con persone in carne ed ossa, usando la scienza al servizio di, senza inutili protagonismi.
Infine adoro quest’opera perché mi ha dato un impulso entusiasmante nella comprensione della teoria nietzschiana più controversa, quella dell’ETERNO RITORNO, terza via tra Credo (Fede) e Non Credo (Ateismo, ma tutto sommato anche Agnosticismo). Questa però è un’altra storia, che vi racconterò dopo la lettura del libro, magari in un altro post …
Solo una raccomandazione in chiusura: non sto parlando di un pezzo per addetti ai lavori, narro di un’opera d’arte, chiunque può goderne … come di fronte a un quadro che ci illumina nel silenzio.
Buona visione. Pardon, lettura